Rendi la lettura un’ESPERIENZA PIÙ AMPIA, non limitata al padrone del libro

Anna, come già da due lunedì, continua ad illustrarci il suo modo di interpretare il nostro manifesto. Oggi è la volta del punto 9: “Rendi la lettura un’ESPERIENZA PIÙ AMPIA, non limitata al padrone del libro”.

La Memoria e lo Spaventapasseri
20161106scarecrowChiunque avesse visto una strana creatura scivolare per le strade raccogliendo, con una carezza, piccole biglie e piume sparse a terra, mai avrebbe immaginato si trattasse della Memoria. Eterea, dal lungo corpo senza gambe di un chiarissimo azzurro luminoso, usciva col buio ad afferrare tutto quello che le persone lasciavano indietro.
Se li teneva per sé, conservandoli in una tasca invisibile, da osservare di quando in quando.
Una notte la scia di perle la portò in un campo.
Si inoltrò tra le spighe come un soffiò di vento, afferrando tutti i luminosi ninnoli che trovava.
E la strada le fu sbarrata dallo Spaventapasseri curioso.
Rimasto a fissare il grano fino alla nausea, si chinò sul suo volto umano, chiedendole un ricordo.
Memoria guardò le migliaia di biglie nelle sue mani, indecisa sul da farsi.
Il ragazzo di paglia allora intonò un canto.
Parlava del sole e del fracasso, dell’oro e del granito, del sudore aspro di centomila contadini e della differenza tra ogni stagione.
Descrisse un uomo che mieteva, una donna indaffarata, un ragazzo che fissava il cielo.
La Memoria ascoltò, rapita.
Non aveva mai saputo di quel che accadeva di giorno.
Poi, timida, gli si arrampicò sulle spalle, avviluppandovi la coda. Gli occhi trasparenti puntati su quelli di bottone dell’altro, mormorò cauta di voler cantare insieme a lui.
Non aveva mai provato, prima.
Le loro voci si alzarono all’unisono inondando di note la valle fino all’alba. Poi l’eterea figura sparì nel suo antro.
Ai piedi del fantoccio rimasero centinaia di perline argentee in cui si rifletteva un mondo a lui sconosciuto.
Spaventapasseri le afferrò, guardandole una ad una.
Imparò delle stelle e del silenzio, dell’argento e del diamante, dell’allegro cinguettio di un pappagallo e del fuoco di una candela.
Scoprì un bimbo che correva a scuola, un nonno assopito, una ragazza che scriveva.
E sorrise con la bocca disegnata.

manifesto 9

Presta i tuoi libri più belli, quelli che ami di più

Come lunedì scorso, Anna, la nostra giovane collaboratrice, ci dice la sua su un altro punto – il quarto – del nostro manifesto.
Presta i tuoi libri più belli, quelli che AMI di più
Ma come! Ma dovrei separarmi da quel bellissimo tomo che amo più di me stessa per darlo a qualcun altro?
Neanche morta!
No, non se ne parla assolutamente.
Brava.
E poi come puoi trasmettere la bellezza di quel volume agli altri? Come fai a convincerli a leggerlo?
Certo, puoi dire a chi conosci “Questo è il mio libro preferito per questi motivi”, ma finché non lo leggeranno non sapranno mai cosa nella sua trama o nei suoi personaggi lo rende così speciale.
Ogni libro può essere un capolavoro, così come può essere una gran perdita di tempo.
Dipende tutto dal punto di vista del lettore.
Se vuoi provare a più persone che il tuo prediletto appartiene alla prima categoria, assicurati di darlo a qualcuno. Non lo stai perdendo per sempre. Se è molto grande, ci vorrà un mese, massimo due, prima di poterlo stringere di nuovo tra le braccia.
Come dice una canzone, “If you love me, let me go”.
Se mi ami, lasciami andare.
E fai scoprire agli altri quanto posso valere.

Anche Anna sarà ospite all’evento Bookcity Milano: BiblioShare presenta: libri, il piacere di condividere.