Nel lontano 1933 la Germania nazista pianifica e mette in atto in varie zone del Paese i cosiddetti Bücherverbrennungen, roghi nei quali vengono bruciati tutti i libri che non rispondono ai canoni dell’ideologia nazista.
In varie città della Germania, vengono così svuotate le biblioteche delle principali città universitarie tedesche, dando corso al più vasto e premeditato incendio di libri della storia contemporanea.
Il rogo più grande, anche in termini simbolici, brucia il 10 maggio nell’Opernplatz di Berlino, oggi Bebelplatz, con l’obiettivo di cancellare per sempre qualunque pensiero ostacolasse il nuovo spirito tedesco.
Nello stesso giorno il gerarca nazista Joseph Goebbels afferma, in un discorso pubblico, che i roghi sono un ottimo sistema per “eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato”.
Purtroppo la storia non insegna: basti ricordare che altri ci avevano già provato nel periodo dell’Inquisizione, con i libri messi all’Indice. Ma soprattutto ci hanno provato ancora dopo il 1933: per esempio durante il colpo di stato del ’73 nel Cile di Pinochet e nel recente passato da parte del famigerato stato islamico di Iraq e Siria, l’ISIS.
I tedeschi ricordano, invece, e lo fanno con un particolare monumento al libro posto proprio in quella piazza: una sorta di cubo sotterraneo, visibile dalla pavimentazione stradale grazie ad una lastra di vetro, arredato di vuoti ripiani bianchi. Per non dimenticare.
I libri ci servono per pensare, confrontarci, sviluppare senso critico, sognare e magari costruire un mondo migliore.
Questa sera accendi una luce, una fiamma simbolica, che sia una candela o la tua abat jour. Per leggere e per ricordare.